Approfondimenti - Insights
L'AFRICA DELL'OVEST: UN GRANDE MERCATO A POCHI PASSI.
L’Unione economica e monetaria ovest-africana, in francese UEMOA, è stata ratificata nel 1994 ed è l'organizzazione internazionale di otto stati dell'Africa occidentale: Benin, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Guinea-Bissau aggiunta nel 1997.
In particolare si tratta di un'unione monetaria e doganale tra alcuni membri della Comunità economica degli Stati ovest-africani (ECOWAS) creata per:
- promuovere l'integrazione economica tra i paesi che condividono una moneta comune, il franco CFA
- stimolare una maggiore competitività economica, attraverso mercati aperti e concorrenziali
- supportare la convergenza di politiche, linee giuridiche, economiche e fiscali.
Secondo la Banca Mondiale, il Senegal e la Costa d’Avorio sono gli stati più performanti della Uemoa.
La Costa d’Avorio apporta il 35% del PIL dell’Unione grazie all’economia in crescita, circa +8% previsioni del 2017, sostenuta anche dagli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture e grandi opere pubbliche tra cui:
- la costruzione del Ponte Henry Konan Bédié
- l’autostrada e gli investimenti del produttore di elettricità indipendente Ciprel
- la realizzazione del primo Hotel Hilton a sud dalla capitale Abidjan,
- la riqualificazione della torre della BICICI (Banca Internazionale per il commercio e l’industria, filiale della BNP Paribas)
- il prolungamento del Boulevard de France
- la costruzione del ponte Yopougon
- la costruzione della nuova area metropolitana Aérocitée, nei pressi dell’aeroporto Abidjan-Félix Houphouët Boigny
- la costruzione dello stadio olimpico di Ebimpé da 60.000 posti.
Per quanto riguarda il settore energia, la diga di Soubré è operativa da fine marzo e permetterà alla Costa d’Avorio di approvvigionare anche la Sierra Leone, la Liberia e la Guinea, oltre Ghana, Togo e Benin, Burkina e Mali, già attualmente fornite. In materia di agricoltura il PSE mette in rilievo l’emergenza delle filiere ad alto valore aggiunto (orticultura, prodotti della pesca, allevamento) soprattutto per lo sviluppo intra-regionale. A tal fine la Bceao (Banca degli Stati dell’Africa dell’Ovest) ha investito circa 461 miliardi di franchi CFA nel 2015, di cui la metà soltanto in Costa d’Avorio.
Anche il Senegal mostra il suo dinamismo economico attraverso ingenti investimenti in grandi opere e infrastrutture tra cui la costruzione della prima autostrada a pagamento, più di 50 km tra Dakar e il futuro aeroporto Blaise Diagne, la realizzazione del treno regionale espresso TER per un investimento di circa 800 milioni di Euro e la ferrovia tra Dakar e Bamako, una delle linee più importanti che si estenderà fino a Tambacounda, la più grande città del Senegal Orientale a circa 470 km dalla capitale.
Inoltre il Senegal gode di una posizione geografica strategica, con il porto di Dakar ideale per servire tutto l’entroterra. I ¾ del traffico dei container del Mali transitano per Dakar. Un altro porto è in via di costruzione a Bagny, nella costa sud vicino a circa una trentina di km da Dakar, città che diventerà l’hub logistico, aereo e di servizi di riferimento per l’area Uemoa secondo il piano di promozione del Senegal emergente (PSE) previsto tra il 2019 e il 2035.
Un’altra area in cui si concentrano gli investimenti è la Nigeria, in particolare Lagos che le autorità mirano a trasformare nella Manhattan dell’Africa. Inoltre in Benin sarà pronta una centrale termica da 400 MW; in Burkina Faso un partenariato Pubblico Privato (PPP) tra la Società Nazionale burkinabé Sonabel e la canadese Windiga porterà alla costruzione di un parco solare a ovest di Ouagadougou, primo grande progetto a energia rinnovabile.
Questo enorme progetto di supporto alla competitività del commercio e all’integrazione regionale (PACCIR) mira a fluidificare i flussi commerciali, migliorare lo sviluppo degli affari e rinforzare gli affari e le capacità delle strutture regionali e nazionali di sostegno al commercio. Prevede l’impiego di 11 milioni di euro e comprende più fasi, la prima di durata di 18 mesi con un appoggio del Centro Tecnico Internazionale di Ginevra, ed è finalizzato ad un aumento di 3 milioni di euro da parte dell’Unione Europea nel quadro del programma regionale dell’africa dell’Ovest. Nonostante la volontà politica persistono ancora dei limiti tra cui le procedure di sdoganamento dogane anche e le infrastrutture insufficienti.
Il Senegal e la Costa d’Avorio rimangono i principali fornitori intra regionali con rispettivamente il 40,8% e il 20,6% delle esportazioni totali dell’Unione nel 2015 mentre il Mali e il Burkina Faso sono i più incidenti importatori extra comunitari con rispettivamente il 29,3% e il 22,2% degli approvvigionamenti. Per quanto riguarda la ripartizione settoriale, i prodotti petroliferi mantengono una posizione preminente con più del 44% degli scambi commerciali della Uemoa, seguiti dei prodotti cerealicoli e dal commercio di animali vivi.
E’ necessario impedire lo sviluppo dell’ Africa dell’Ovest a due velocità, quella delle zone costiere e quella dell’entroterra. Sicuramente si attraverserà una fase di forte transizione che prevede anche l’impiego contemporaneo di tre monete in uno spazio di trasformazione non soltanto monetaria, volto ad un’integrazione graduale.
Fonte: Le Moci - Marzo 2017
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